Non avevo mai sentito parlare degli gnudi, fino a quando non li ho scoperti nel bellissimo libro Cucina da chef con ingredienti low cost che mi ha regalato (e ha scritto) Giulia.
Ma partiamo dall’inizio e da quello che mi ha portato a prepararli qualche sera fa… Avevo acquistato un cestino di ricotta freschissima di Varese che per chi non lo sapesse è un comune in provincia di La Spezia, chiamato anche la Valle del biologico, che vanta di essere il primo in Europa ad aver ottenuto la certificazione ambientale Iso 140001.
E’ un posto incantevole con un piccolo borgo (rotondo ;-) dove potete trovare nei vari negozi prodotti tipici e biologici come formaggi, yogurt e pasta fresca oltre ad un caratteristico negozio dove un anziano signore produce da anni i famosi stampi per i croxetti, vi consiglio se capitate da quelle parti di farci una capatina è davvero simpatico.
Noi qui a casa, quando siamo in astinenza da formaggi, approfittiamo per fare un giro in mezzo al verde e alle mucche e ci rechiamo li. Solitamente ci riforniamo alla Cooperativa Casearia Val di Vara dove facciamo incetta di formaggi, il mio preferito fra i tanti è Ugo & Luigia ma anche la mozzarella e appunto la ricotta sono buonissime!
Ritornando alla ricetta; ricotta + ispirazione da libro + bietole nel campo = gnudi ricotta e bietole.
Ho fatto una dose mia in base agli ingredienti che avevo disponibili e per formare gli gnudi ho usato i cucchiai formando le quenelle, come avevo visto curiosando in rete.
Noi mangiamo abbastanza a casa, 120g di pasta a testa e credo di aver detto tutto, dunque queste sono le dosi per due porzioni cazzute (si poteva dire???)
Ingredienti per due persone:
- 500g bietole
- 250g ricotta di mucca
- 1 uovo
- parmigiano grattugiato q.b.
- farina q.b.
- sale & pepe q.b.
- noce moscata q.b.
Lessare le bietole in poca acqua, una volta cotte strizzarle bene e lasciare circa una ventina di minuti in un colapasta in modo che possano raffreddarsi e perdere ulteriore acqua. Tritare grossolanamente o secondo i vostri gusti.
In una ciotola riunire la ricotta, l’uovo, le bietole, un pò di parmigiano, un pizzico di noce moscata, sale e pepe, amalgamare con una forchetta e aggiungere mano a mano tanta farina quanto basta ad ottenere un composto lavorabile a mano o come ho fatto io con due cucchiai, per ottenere delle quenelle. In alternativa potete lavorare delle palline a mano, io ho preferito così in modo da fare un lavoro più pulito e senza sprechi, in genere quando faccio polpette o simili a mano mi impiastro tutta!!!
Mentre si preparano disporli su di un vassoio ben infarinato.
Cuocere in acqua salata fino a quando vengono a galla. Scolare e condire a piacere.
Io ho scelto burro e salvia, con un pò di parmigiano, è il mio condimento preferito per i sapori delicati.
Bè, sono deliziosi e molto facili da fare, se poi non vi piacciono le bietole le potete sostituire con gli spinaci, gli erbi di campo o l’ortica, insomma a fantasia vostra come sempre!
Ciao cara, è tanto che seguo il tuo blog. Anch’io sono spezzina e, pur non abitando più lì da qualche anno, ci lavoro e ci abitano le mie amicizie più importanti….
Conosco quindi molto bene tutti i posti che citi. GLi gnudi è tanto che mi girano in testa proprio perchè già visti da Giulia. Ora copio la tua ricetta al volo…Grazie per i suggerimenti su Varese L. Sapevo del bio ecc ecc ma non avevo pensato finora di andare a fare shopping :-) di formaggio proprio là (mio marito golosissimo di formaggi) :-)
Ma che bello! Grazie! Sisi ti consiglio assolutamente di farci un giro a Varese, oltre che essere molto carina per un giro domenicale è un ottimo luogo per shopping mangereccio! Ah la Cooperativa è aperta anche la domenica appunto! A presto e grazie ancora!
scusa..aggiungo un’altra cosa.
Se anche non avessi saputo che sei dello spezzino…l’avrei capito da: bietole! Solo noi le chiamiamo così invece di biete, come muscoli invece di mitili e zucchini invece di zucchine :-) Naturalmente anch’io, ovvio!
Ahahah è vero!!! Poi io son abbastanza dialettale nel parlare, anche se qui sul blog mi contengo! ;-p
bonjour !je vous prie de m’excuser mais je ne parle pas italien mais je le comprend assez bien ayant habité Menton toute mon enfance ! j’ai très bien compris qu’il s’agit d’une recette à base de bettes ou blettes qui sont des feuilles et en demandant la traduction en français on parle de “betterave” ce qui n’est absolument pas la même chose ! en italien c’est “barbabietola” : rien à voir avec les bettes ! il faudrait corriger pour celles qui voudraient faire la recette et qui ne comprennent pas l’italien !
merci pour vos belles recettes que je vais m’empresser de cuisiner ! ciao ! Michèle
Bonjour, Je ne sais pas si je comprends bien … Je ne parle pas français! Google Translate hourra! :-)
Dans la bette italienne est bette! https://it.wikipedia.org/wiki/Bietola excuses, mais je ne sais pas un autre mot pour le définir! Merci pour vos compliments, à bientôt!
p.s. I love France!